Walter Toigo (e la finale di Grand Prix 2019)

Con il coronavirus il mondo è cambiato e tutti ci siamo dovuti adattare, sport compreso. I drammi non sono i piccoli disagi che abbiamo tutti o alcune manifestazioni che sono state annullate, ma visto che qui parlo di sport rimango nell’ambito sportivo. Anche lasciando al di fuori del discorso chi si è effettivamente ammalato i problemi ci sono per tutti, per chi ha perso il lavoro come per chi non si può allenare. L’ISU ne è consapevole, e pensa prima di tutto alla salute delle persone coinvolte. Come?

Cominciamo a guardare il Campionato del mondo di pattinaggio artistico 2020. Non è stato disputato a causa della pandemia. Certo, ad annullare l’evento è stato il governatore del Quebec, non l’ISU, che fino a quando non sono arrivate decisioni di altri ha continuato a fare finta di nulla. La loro politica era far compilare un questionario e misurare la temperatura, ma una pandemia, ufficialmente dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per l’ISU non era un motivo sufficiente per cancellare una gara, né il red carpet, nel quale avrebbero voluto stipare gomito a gomito non so quante persone. È dall’11 marzo che è ufficialmente in corso una pandemia, ma fra il 13 e il 14 aprile a Nottingham il Campionato del mondo di pattinaggio sincronizzato junior si è svolto regolarmente. Se fra il 7 e l’8 marzo in Olanda si era svolta una gara di pattinaggio di velocità, che differenza poteva esserci in pochi giorni? Perciò dove ha potuto l’ISU è andato avanti con le gare senza preoccuparsi di nulla.

Con la pandemia c’è stato prima il balletto del regolamento, norme tecniche nuove prima sì poi no quindi nì, con l’applicazione solo di quelle sbagliate. Ma non si può mica sempre fare tutto giusto, vero? Quindi pubblicazione del calendario di Junior Grand Prix, tanto il virus non c’è più, e al limite non colpisce i giovani. Solo con le federazioni nazionali che hanno iniziato a cancellare le gare il circuito è saltato. Quanto ai Challenger Series, quelli si possono disputare, ma come gare autonome, che non fanno parte di una serie, non danno diritto ai punti e quindi neppure al montepremi finale. Se siamo bravi nella ginnastica mentale una qualche logica c’è: se per contrastare la diffusione del virus è necessario fare distanziamento sociale, allora noi distanziamo le gare, facciamo in modo che non si parlino, e i singoli eventi si possono svolgere regolarmente. Tanto è noto che la cosa più infettiva sono i soldi, se non ne vengono dati nessuno si ammala. Stessa lungimiranza e generosità degli organizzatori di Wimbledon che si erano assicurati contro il rischio pandemia e che, dopo l’annullamento del torneo, hanno incassato il premio dall’assicurazione e lo hanno suddiviso fra tutti i tennisti iscritti al torneo, e tutti i giudici e coloro che avrebbero dovuto lavorare per far sì che il torneo stesso si svolgesse.

Il circuito Grand Prix junior è stato annullato, ma è stato solo dopo che gli stati organizzatori hanno iniziato a cancellare le tappe, e che la federazione giapponese ha dichiarato che non avrebbe inviato pattinatori junior alle gare, che l’ISU ha optato per la prudenza. La federazione giapponese ha anche detto che non avrebbe inviato i senior alle gare internazionali almeno fino a tutto settembre compreso, quindi tanti saluti alla presenza di Yuzuru Hanyu all’Autumn Classic International, e lo scorso anno era stato lui a riempire il palazzo del ghiaccio di Oakville, per la gioia degli organizzatori. Altre federazioni nazionali hanno messo veti? Non ricordo i dettagli, ma qualcuna sì. Di fatto l’ISU si è trovata impossibilitata a procedere come al solito perché i suoi affiliati hanno manifestato una certa preoccupazione per atleti, addetti alla pista, giudici e spettatori. Ora è arrivata la decisione per il circuito senior Grand Prix:

Questa è la comunicazione 2339 datata 4 agosto. Devo imparare a scaricare tutto, ogni tanto le comunicazioni spariscono, comunque il dettaglio finale, che le informazioni tecniche arriveranno il prima possibile, ci avvisa che in realtà ancora non hanno deciso niente. Vero, siamo in una situazione d’incertezza, le cose possono cambiare nel giro di pochissimo tempo, loro comunque con una pandemia dichiarata in marzo, e con i contagi che continuano ad aumentare, dicono che andranno avanti regolarmente ma non sanno come, prima o poi lo decideranno. Quasi regolarmente, come ho sottolineato le gare diventano un evento domestico, e mi chiedo che senso abbia fare gare di questo tipo. Il campionato nazionale esiste già ed è un’altra cosa, non ci serve il bis. Sì, certo, possono partecipare i pattinatori della nazione ospite, quelli che si allenano lì regolarmente e quelli delle rispettive aree geografiche, ammesso che abbiano il permesso per viaggiare. Quanto ai giudici… ecco uno dei drammi nascosti della pandemia, perché con l’obbligo di avere giudici del paese ospite ci perdiamo Walter Toigo. Nella scorsa stagione avevamo avuto la finale di Grand Prix, si sarebbe potuto rimediare, infatti Toigo a Torino c’era, ma l’Italia non ha una tappa di Grand Prix, perciò Toigo non potrà giudicarne nessuna. Vediamo quali gare ha giudicato negli ultimi anni:

Giochi olimpici, Campionato del mondo o continentale, gare di Grand Prix, sia senior che junior, finale compresa, nelle tre discipline di artistico. Non si è fatto mancare nulla Toigo, e mi chiedo come farà a sopravvivere a un’intera stagione senza nulla di tutto ciò. Abbiamo il Lombardia Trophy, ma non è la stessa cosa. Comunque lui è una persona forte, convinta delle sue idee e che non si lascia influenzare da nessuno, non chiede nemmeno l’aiuto da casa quando deve assegnare i voti, gli basta sbirciare quelli dei suoi colleghi giudici, quindi ho fiducia che in qualche modo ce la farà e appena possibile lo rivedremo a bordo pista. Io preferirei di no, ma non sono io a fare le assegnazioni dei giudici.

Guardiamo l’immagine. Il blocco di destra sono le gare da quando conosciamo i voti dei singoli giudici, quello di sinistra le gare in cui il giudizio era anonimo. Peccato che non sia possibile controllare i voti anche di quel periodo, a me piacerebbe che l’ISU pubblicasse tutti i dati ma dubito che, a distanza di tempo, ci sia ancora conservato da qualche parte quello che all’epoca era segreto. E poi più che diffondere le informazioni l’ISU ha la tendenza a nasconderle, più volte ho cercato documenti che so che sono esistiti in passato senza però riuscire a trovarne traccia.

Nel blocco di sinistra c’è una riga grigia, e un periodo piuttosto lungo in cui Toigo non ha giudicato gare. Cos’è successo? È stato sospeso. Oh, guarda, sul sito dell’ISU non c’è più, si tratta della comunicazione 1669, ma il sito passa dalla 1628 alla 1834, chissà cosa dicevano le altre comunicazioni mancanti. Questa, però, a suo tempo l’avevo scaricata.

Due anni di sospensione per misconduct and of violation of the duties of Judges and the ISU Code of Ethics. Cercando il nome di Toigo con Google qualcosa ancora si trova: https://www.isu.org/inside-isu/legal/disciplinary-decisions/292-case-no-2010-01-walter-toigo/file. Rimetto il link anche a un articolo che avevo già segnalato qualche giorno fa: https://www.nbcnews.com/storyline/winter-olympics-2018/figure-skating-lets-judges-who-break-rules-return-judge-another-n845441. Io in questi casi sarei per la squalifica a vita, altro che due anni di sospensione, perché se uno non ha idea di cosa sia l’etica sportiva non è che la scopre all’improvviso, ma l’ISU è propensa a perdonare (quasi) tutti, indipendentemente da quanto sia clamoroso quello che hanno fatto.

Prendiamo lo scandalo dei Giochi olimpici del 2002, in cui un giudice ha confessato di avere deliberatamente falsato il risultato di una gara – il suo voto è stato determinante per l’assegnazione dell’oro, mica nella lotta fra il diciassettesimo e il diciottesimo posto, e anche a quel livello assegnare consapevolmente il voto sbagliato, come ha confessato di aver fatto Marie-Reine Le Gougne, sarebbe grave – su pressione del presidente della sua federazione. Nessuno dei due è stato squalificato a vita. Un simpatico riassunto del dopo si trova in quest’articolo: https://www.latimes.com/archives/la-xpm-2002-may-04-sp-olycol04-story.html.

Dubito che un articolo del Los Angeles Times sparirà, ma in caso ho fatto lo screenshot:

L’evidenziatura in rosso è mia. L’anonimo articolista reputa la sospensione troppo blanda e auspica una squalifica a vita, mentre per Ottavio Cinquanta, allora presidente dell’ISU, era una squalifica giusta, non troppo corta né troppo lunga. Poco più in basso Doug Williams l’ha definita “un buon primo passo“. Un buon primo passo per cosa? Vuoi far vedere che non accetti la corruzione? Butti fuori a calci nel sedere i corrotti, non gli dai una pacca in testa dicendogli “bambino monello, prometti di non farlo più”. Possibile che solo chi è al di fuori veda quanto sia sbagliato il sistema? Per inciso, diversi anni più tardi lo stesso Doug Williams sarebbe stato sospeso e in seguito reintegrato, e anche quest’episodio, chissà come mai, è sparito dal sito dell’ISU.

Torniamo a Toigo che, al rientro da due anni di sospensione, come prima cosa ha giudicato una gara da nulla. Un Campionato del mondo. Ma davvero non abbiamo altri giudici da mandare alle gare? Davvero non abbiamo nessuno che non sia stato sospeso dalla federazione per comportamento scorretto? La presenza di Toigo è un insulto a tutti quei giudici che sono stati lasciati indietro per fare posto a lui.

Andiamo vedere a quello che è effettivamente verificabile. Tutte le gare giudicate da Toigo sono indicate qui, con anche alcune statistiche: https://skatingscores.com/official/ita_walter_toigo/. Io mi sono concentrata su alcune. Cominciamo con il capitolo national bias. Ho tralasciato il Campionato del mondo junior di coppie 2017 (presenti Irma Caldara/Edoardo Caputo, quindicesimi sia nel complesso che per Toigo), la Riga Cup, gara di Grand Prix junior, del 2019 (presente Nikolaj Memola, Toigo ha giudicato solo il libero, assegnando a Memola il 18° posto, a fronte del  19° che ha realmente ottenuto, dimostrandosi il giudice più severo dal punto di vista tecnico nei confronti del pattinatore che nella realtà ha preceduto Memola) e la Cup of China 2019 (presenti Nicole Della Monica/Matteo Guarise, quarti nella realtà e per Toigo), così come ho tralasciato gare in cui non c’erano italiani come l’NHK trophy 2016 (coppie di artistico), la Cup of China 2017 (uomini), l’NHK Trophy 2017 (coppie di artistico), l’NHK Trophy 2018 (coppie di artistico) e la finale di Grand Prix 2019 (coppie di artistico, sia junior che senior). La tabella delle altre gare:

Fosse stato per lui alla Cup of China 2017 i canadesi Kirsten Moore-Towers/Michael Marinaro, che hanno vinto il bronzo, si sarebbero presi una bella mazzata e si sarebbero classificati quinti, scavalcati da Della Monica/Guarise, novelli medaglia di bronzo, e da Valentina Marchei/Ondrej Hotarek.

Il risultato dell’NHK Trophy 2017 non sarebbe cambiato, non nelle prime quattro posizioni, ma Evgenia Medvedeva avrebbe visto ridursi notevolmente il suo vantaggio su Carolina Kostner.

Ai Giochi olimpici Toigo ha giudicato solo il programma corto delle coppie di artistico, da un programma all’altro sono stati sostituiti diversi giudici con l’ingresso nel pannello del libero, fra l’altro, di un giudice russo, un francese e uno statunitense, assenti nel programma corto (con l’Assistant Technical Specialist che, in entrambi i casi, è stato uno statunitense). Nel gioco di chi prende di più e chi prende di meno, Toigo avrebbe assegnato a Marchei/Hotarek quel settimo posto che hanno effettivamente preso, ma per lui Della Monica/Guarise, che si sono piazzati al nono posto, sarebbero stati quinti.

Il World Team Trophy 2019 merita un discorso più lungo. In questa gara non conta il punteggio assoluto, quanto il piazzamento di ciascun atleta in ogni segmento di gara, per questo ho riportato tutti i punteggi. Malgrado qualche piccola variazione nel punteggio, nel programma corto maschile sia Matteo Rizzo che Daniel Grassl avrebbero mantenuto le loro posizioni. Nel libero Rizzo ancora stabile, Grassl avrebbe guadagnato due posizioni, con un regalo di 10,00 punti netti che è stato superato solo dai 10,75 punti regalati a Della Monica/Guarise alla Cup of China 2017. Nel programma corto Marina Piredda avrebbe guadagnato una posizione, Roberta Rodeghiero sarebbe rimasta stabile, nel libero la situazione si sarebbe invertita, con Piredda stabile e Rodeghiero più in alto di due posizioni. Nelle coppie di artistico Della Monica/Guarise avrebbero guadagnato una posizione sia nel programma corto che in quello libero. Facendo le somme e considerando anche gli spostamenti ipotetici degli atleti delle altre nazioni, se nella gara la Francia si è classificata quarta con 75 punti, il Canada quinto con 73 e l’Italia sesta con 69, per Toigo l’Italia sarebbe arrivata quarta con 76 punti davanti a Francia (73) e Canada (72).

Nell’ultima gara, la Cup of China 2019, Toigo ha piazzato Matteo Rizzo al terzo posto, così come ha fatto l’insieme dei giudici, anche se nelle posizioni più arretrate tre pattinatori si sarebbero presi una bella mazzata. Di fatto, se guardiamo la tabella di SkatingScores, nel libero è stato Toigo il giudice più di parte: https://skatingscores.com/1920/gpchn/men/bias/.

L’ultima parte della mia analisi riguarda le occasioni in cui Toigo ha giudicato gare a cui ha partecipato Yuzuru Hanyu.

Nella prima occasione, l’NHK Trophy 2016, Toigo si è attestato sugli stessi voti degli altri giudici con Hanyu ed è stato stretto con Nathan Chen (e per la verità con molti altri).

Di fatto in entrambi i programmi Toigo con Hanyu è rimasto in linea con gli altri giudici per tutti gli elementi tecnici, è stato lievemente al di sotto della media per tutte le voci dei components, con la sola eccezione delle transitions del libero. Con Chen nel programma corto ha assegnato GOE lievemente inferiori rispetto alla media, nel libero è rimasto in linea, in entrambi i casi è stato molto severo nei components, e questo ha fatto la differenza.

All’Autumn Classic International 2017 spiccano i voti dell’israeliano Mark Gorodnitsky, trattato malissimo nei components. Quanto a Hanyu, nel programma corto ha stabilito il suo dodicesimo record del mondo, l’ultimo con il vecchio codice di punteggi, quindi ha fatto un disastro nel libero. Il perché ora non mi interessa, quello che conta è ciò che gli atleti hanno fatto in pista. La gara è stata meritatamente vinta da Javier Fernandez, Hanyu, che ha realizzato il quinto libero, ha vinto l’argento grazie al vantaggio che aveva accumulato nel programma corto. Per tutti Hanyu è stato il sesto dal punto di vista tecnico (con Toigo che in severità di voti è stato superato solo dalla canadese Nicole Leblanc-Richard), da quello artistico è stato il secondo per tutti dietro a Fernandez tranne che per Toigo, che gli ha preferito anche Misha Ge, autore del secondo libero.

La gara più bella è l’ultima finale di Grand Prix.

Nel programma corto Hanyu ha fatto un errore gravissimo, ha sbagliato il quadruplo toe loop della combinazione, non ha controllato l’atterraggio, non è riuscito ad attaccare il secondo salto e l’elemento ha giustamente preso un -5 unanime. Capisco il voto più basso del solito in performance, ma 8,75 non è un filo troppo basso? Il resto era perfetto, e visto che non si è trattato di una caduta ma di uno step out, evidente ma non scomposto, l’armonia del programma non ne è stata particolarmente disturbata. E l’8,75 in interpretation? Davvero? Ma davvero davvero? E non sono solo i voti di Hanyu nei components a essere strani. Un giudizio errato si ha non solo quando un pattinatore riceve voti troppo bassi, ma anche quando il giudizio di quel pattinatore è abbastanza corretto ma il suo avversario riceve voti troppo alti.

+4 al triplo Axel di Chen.

Lasciamo stare il tempo necessario alla preparazione e guardiamo l’atterraggio. Meno di un secondo fra quando tocca il ghiaccio e quando poggia il secondo piede e scappa via con un passo tutt’altro che elegante. Questo non è un atterraggio ben scivolato, il che significa che il salto non è effortless, manca il bullet 3, perciò anche a essere generosi non avrebbe dovuto prendere un voto superiore a +3, come avrebbero dovuto sapere anche Anthony Leroy, il giudice francese, e Olga Kozhemyakina, il giudice russo. Ma Chen per Toigo merita solo +4 e +5, anche se pure nella combinazione scappa via. Lì usa un saltino, ma è comunque una fuga, non un elemento coreografico, basta un minimo di attenzione e di abitudine a guardare le gare, non c’è bisogno di essere un tecnico, per capirlo. I +4 e +5 sono gli unici voti che Toigo ha assegnato a Chen anche nel libero, mentre il libero di Hanyu da lui ha ricevuto tre soli +4 e nessun +5.

Della sequenza coreografica di Chen con inciampo ho già parlato. Non che sia una giustificazione, ma su quell’elemento la cecità è stata collettiva. Vogliamo parlare di qualità dai salti? Non ce n’è uno che abbia un’uscita ben scivolata o che sia immediatamente seguita da un passo difficile, dopo ogni atterraggio Chen mette giù il piede sinistro per stabilizzarsi e scappa, nessun salto meriterebbe un voto superiore al +3. Invece ne sono arrivati sei (e ricordo che gli elementi di salto sono sette) dal giudice francese Anthony Leroy, sette dal giudice cinese Wei Shi (compreso un +5 sul quadruplo Salchow e uno sul triplo Axel, mentre il giorno prima Shi era riuscito a dare un +4 agli stessi salti eseguiti da Hanyu, facendo venire il sospetto che Hanyu per avere un +5 debba soddisfare sette bullet diversi e non cinque come da regolamento per tutti gli altri, o quattro o tre come avviene con qualcuno, evidentemente premiato perché si allena tanto, perché sei erano soddisfatti. Qual è il settimo? Nessuno lo sa, forse portare un caffè ai giudici durante il salto senza versarne nemmeno una goccia), uno dal giudice austriaco Elisabeth Binder (più severa degli altri, vero, ma con Hanyu è stata ancora più severa che con Chen), due dal giudice giapponese Mami Maeda, ovviamente sette da Toigo, quattro dal giudice statunitense Wendy Enzmann (e il +4 sul triplo Axel è lo stesso voto che aveva assegnato a Hanyu sul triplo Axel il giorno prima, solo che Hanyu fa un salto enorme preceduto e seguito da twizzle, Chen prende la rincorsa, salta meno e scappa all’atterraggio), due dal giudice georgiano Salome Chigogidze (che il giorno prima aveva dato un +3 al quadruplo Salchow di Hanyu, lo stesso voto che ha dato al quadruplo Salchow di Chen, come se Hanyu non avesse fatto un’intera sequenza coreografica prima di un salto eseguito con facilità e Chen non avesse preso la rincorsa e poi fosse fuggito), due dal canadese Deborah Islam (idem come sopra per il quadruplo Salchow, +4 per entrambi i salti). Guardiamo il punteggio tecnico, Toigo è stato il più generoso, superando di gran lunga il giudice americano.

Questa è la preparazione della combinazione quadruplo flip-triplo toe loop. Parto da quando Chen si gira all’indietro, all’estremità sinistra della pista rispetto alla telecamera, quindi fa alcuni incrociati, scivola, fa un passo semplice, si gira di nuovo e fa la preparazione del flip. Non passi particolari, la preparazione standard. La terza immagine lo mostra all’estremità destra della pista, quando sta per fare la puntata.

Fra la prima e la terza immagine trascorrono 8 secondi, che si traducono in almeno 40 metri di rincorsa – ricordo che una pista è lunga 60 metri, e la traiettoria di Chen è diagonale, quindi la distanza che percorre è maggiore – senza nulla di mezzo. Non ci sono gli estremi per long preparation? La deduzione va da -1 a -3. Ora parliamo di filo. Dovrebbe guardarlo il pannello tecnico, il Technical Controller, la giapponese Yukiko Okabe, e il Technical Specialist, lo sloveno Jan Cejvan, ma probabilmente in quel momento avevano altre cose da guardare.

Gli screenshot provengono dal replay, che mostra meglio i dettagli del salto. Anche senza la chiamata del pannello tecnico i giudici dovrebbero essere in grado di vedere il filo piatto e applicare una detrazione che va da -1 a -2. I voti sono +4 e +5 (compreso Toigo) per tutti, tranne che per Binder. Ricordo che il valore base indica la difficoltà dell’elemento, e nessuno nega che Chen esegua elementi difficili, ma che il GOE indica come l’elemento è stato eseguito, perciò se l’elemento non rispetta i requisiti per un voto alto il GOE non deve essere alto.

Questo invece è il quadruplo Lutz. La prima riga è la preparazione, anche qui un choctaw è l’unica cosa che si trova in una rincorsa che si estende per l’intera pista. La seconda riga è l’atterraggio, nella seconda immagine è chiaramente sbilanciato, e anche se Chen se la cava benissimo con una luna quel che ha fatto non è effortless:

Queste sono le dimensioni misurate in pista, purtroppo sono stati diffusi ufficialmente solo pochi dati.

Il confronto è fra il quadruplo Lutz di Chen, un salto puntato, e il quadruplo Salchow di Hanyu nel programma corto, un salto staccato dal filo, e come ben sappiamo i salti puntati, che hanno l’assistenza della seconda gamba, sono più ampi dei salti staccati dal filo. Siamo sicuri che quel quadruplo Lutz meriti il bullet 1, quello per very good heigth and very good lenght? Mancando quel bullet, il voto non può essere più alto di +3 (e già non lo poteva essere per il discorso dell’effortless). Non ci sono neppure i passi, cosa ci fanno nel protocollo tutti quei voti dal +3 in su? Ma il bello viene sulla rotazione.

Il salto è sottoruotato, il valore base avrebbe dovuto passare da 11,50 punti a 9,20 punti, e  ricevere una detrazione compresa fra -1 e -2 nel GOE, ma come detto il pannello tecnico guardava altro e i giudici pure. Forse è meglio che la smetta di guardare i salti, anche se questo Lutz non è l’unico sottoruotato non chiamato del programma, in fondo io volevo parlare di Toigo, non dell’ultima finale di Grand Prix, anche se alla finale di Grand Prix Toigo è stato uno dei giudici più entusiasti per il programma di Chen. Potremmo guardare anche le trottole, siamo sicuri che nella trottola combinata finale Chen mantenga correttamente la posizione bassa per due giri?

Gli screenshot riguardano solo la posizione bassa, da quando Chen fa il salto a quando si rialza e passa in angelo. Con una posizione non bassa di questo tipo la trottola avrebbe meritato il segno V, un valore base di 2,63 punti invece che di 3,50 e avrebbe perso il bullet 2, che prevede good controlled, clear position(s) (inc. height and air/landing position in flying spin), e quindi la possibilità di ricevere voti superiori al +3.

Lasciamo stare gli aspetti tecnici e guardiamo i components. Niente salti, trottole, sequenza di passi e sequenza coreografica, e neppure incrociati o lunghe scivolate sul ghiaccio in cui il pattinatore non fa nulla. Cosa hanno fatto i pattinatori fra un elemento e l’altro? Fase per me noiosissima di screenshot, ma il colpo d’occhio è interessante. Comincio da quando sono fermi, prima dell’inizio della musica, per far vedere la posizione iniziale.

Chen FS 1 prima della combinazione bis

Una manciata di passi semplici, incrociati esclusi, quindi c’è la combinazione 4F+3T.

Hanyu:

Notato che gli screenshot sono di più? Il motivo è semplice, i passi sono di più. Anche il corpo è più inclinato: Hanyu sposta di più il baricentro, lavora di più sui fili, il che significa che ha skating skills migliori e meriterebbe un voto più alto, e non va dimenticato che spostare il baricentro è una cosa che stanca.

Fra la combinazione e il 4Lz Chen non fa praticamente nulla, si limita a spostarsi sulla pista.

Gli screenshot non sono tanti nemmeno per Hanyu, ma lui di mezzo fa una sequenza di lune con cambio filo.

Stavolta fra i pochi passi c’è anche una luna, quindi Chen inizia la preparazione della combinazione con il quadruplo toe loop.

I passi fatti da Hanyu fra il quadruplo Lutz e la trottola saltata sono davvero pochi, oltre a questi c’è un incrociato, ma va notato che trascorrono solo quattro secondi, e piazzare una trottola così vicina a un salto difficile è un rischio pazzesco: se sbagliasse il salto non riuscirebbe a preparare bene la trottola, e il livello del secondo elemento scenderebbe. È già successo in passato, al Campionato del mondo 2016, quando ha sbagliato l’ultimo salto, il triplo Lutz. Non è caduto, ha semplicemente messo una mano sul ghiaccio e ha perso velocità, e la trottola è passata dal livello 4 che aveva avuto durante tutta la stagione al livello 3. Lì davvero la trottola era attaccata al salto, ma a creare problemi era stato un errore più piccolo di una caduta.

Molto più prudente, Chen ha fatto trascorrere 13 secondi fra la fine della combinazione e la trottola, comunque dopo il primo passo che è, letteralmente, un passo come quelli che facciamo noi quando camminiamo, qui un po’ di coreografia l’ha messa, con anche un twizzle e un paio di movimenti che chiaramente sono stati inseriti per interpretare al meglio la musica.

Dopo la trottola Hanyu ha eseguito la sequenza di passi, su cui sorvolo. Riprendo da quando sullo schermo compare l’indicazione del punteggio per i passi, segno che ha completato tutti gli elementi richiesti e che tutto quello che fa in più è, appunto, un di più.

Di fatto non è molto, nell’ultima immagine si gira e inizia la preparazione del triplo Lutz, che comunque arriva al termine della sequenza di passi e non dopo una lunga rincorsa.

Qui siamo fra la trottola e il triplo Axel. Credo ci siano un paio di passi difficili, il resto di ciò che fa Chen non è nulla di che. A 2’10” inizia con gli incrociati per prendere la rincorsa per il triplo Axel, a 2’14” si gira all’indietro, la classica posizione per preparare il salto, a 2’18”, dopo aver percorso l’intera pista, si gira mettendo giù il piede sinistro e stacca. Siamo sicuri che non ci sia long preparation?

Dal triplo Lutz al quadruplo Salchow. Hanyu torna a eseguire passi che non fanno parte della sequenza, magari anche con filo profondo come nell’immagine al centro.

Chen esegue la sequenza di passi, che ignoro, come già ho fatto con Hanyu.

Per Chen alcuni passi semplici e preparazione del quadruplo Salchow.

Mini sequenza coreografica fra il quadruplo Salchow e il primo quadruplo toe loop in combinazione. Mi sono fermata prima che Hanyu esegua il tre di preparazione al toe loop, che considero parte del salto stesso e non un passo.

Dopo l’atterraggio del Salchow Chen si deve affrettare a mettere giù il piede perché l’atterraggio non è perfetto, maschera il tutto con una luna che dura forse mezzo secondo, è più un modo per mascherare che doveva ritrovare l’equilibrio che una posizione cercata deliberatamente, altrimenti l’avrebbe tenuta di più. Qualche passo, quindi 7 secondi di preparazione per il quadruplo toe loop, guardando il video si vede che di rincorsa si prende uno spazio maggiore rispetto a quello che passa fra un logo dell’ISU e l’altro. Ma non è una preparazione lunga, vero?

Qui andiamo dal primo al secondo quadruplo toe loop in combinazione. Ormai Hanyu sta esaurendo le energie, il layout di questo programma lo ha deciso sul momento, dopo l’infortunio preolimpico non si era più allenato su un programma con cinque quadrupli, e infatti dalla combinazione 4T+Eu+3F, con l’ultimo salto sottoruotato, è uscito con uno step out. Questo non gli ha impedito di fare un’altra mini sequenza coreografica, con tanto di saltino in mezzo, perché mica bisogna risparmiare le energie fra una combinazione e l’altra.

Solita uscita con fuga per Chen. Nulla di che fra il quadruplo toe loop e il triplo Lutz.

Stavolta anche l’uscita di Hanyu non è molto scivolata, anche se non è sbilanciato. Se ne va con un saltino, ma è un saltino controllato, fatto deliberatamente e non per mascherare uno sbilanciamento, un altro lo fa più avanti e almeno un altro, che non avevo commentato, lo ha fatto prima. Ma non si stanca con tutti questi saltini? Ah già… Per lui semplificare il programma è un’eresia. Ennesima mini sequenza coreografica, che per gradire comprende pure un angelo all’indietro. Mi fermo alla controvenda prima dell’Axel, e la controvenda va considerata quando si parla di skating skills, perché quanti sono capaci di fare una controvenda prima di un Axel? Ok, stavolta ha sbagliato e l’Axel è diventato singolo invece della prevista sequenza triplo-triplo, che sarebbe stata epica, ma davvero, a iniziare a fare controvenda+triplo Axel è stato lui, e chi sta provando a imitarlo è ben lontano dalla sua consueta qualità.

Devo ripeterlo? Chen atterra, in questo caso dalla combinazione 3Lz+3T, e scappa, quindi fa due passi ed entra nella trottola.

Hanyu esegue la sequenza coreografica, e una layback Ina Bauer maestosa come la sua non ce l’ha nessuno, poi c’è l’hydroblade, e siccome le cose facili non gli piacciono, appena si rialza dall’hydroblade entra nella trottola saltata, con un movimento basso-alto che nessun altro fa.

Praticamente il tempo di uscire dalla seconda trottola e Hanyu è già nella terza.

Chen esegue la seconda trottola, poi la sequenza coreografica, quindi la terza trottola, e mi astengo dal fare commenti su quest’ultimo elemento.

Fine.

Fine.

Come detto, ho tralasciato incrociati e scivolate, al di là di un paio di occasioni in cui c’è stato un cambio di filo molto profondo. Potrei essermi persa qualcosa, ma sono 89 screenshot per Chen, 111 per Hanyu, ben 22 in più, segno che Hanyu ha fatto molte più cose, e tendenzialmente i suoi passi erano più difficili. Ha semplificato un po’ la coreografia rispetto a Skate Canada, vero, fra le altre cose ci siamo persi un lunge, ma la sua coreografia era comunque molto più ricca di quella di Chen, e per quanto ci siano state un paio di imprecisioni non erano cose così gravi da disturbare l’aspetto artistico. Aggiungo un dettaglio che dagli screenshot, e pure dai video, non si può vedere. Io quel giorno ero a Torino. Hanyu riempiva la pista, era dappertutto, Chen no. Chen pattinava in un’area molto più ristretta. Capirlo dallo schermo non è facile, si può intuire in parte guardando i loghi presenti sul ghiaccio, guardando quanto i pattinatori si spostano dall’uno all’altro, e se rimangono all’interno o vanno anche all’esterno. La copertura della pista dovrebbe essere uno degli elementi valutati in composition.

Adesso vorrei capire come abbia fatto Chen a prendere voti nei components più alti di quelli di Hanyu. Guardiamoli quei voti, per tutti i giudici Chen è stato il migliore, solo il giudice austriaco in performance ha preferito Hanyu, mentre il giudice canadese in skating skills ha preferito Hanyu e in transitions Aymoz. Poi ci sono stati alcuni Ponzio Pilato che se ne sono lavate le mani, il francese ha dato lo stesso voto a Chen e Hanyu in transitions, composition e interpretation, il cinese in composition, l’austriaco in skating skills, performance e interpretation, il russo in skating skills, transitions e composition, lo statunitense in skating skills, composition e interpretation, il georgiano in skating skills e composition e il canadese in skating skills e composition, ma come detto ha pure preferito Aymoz in interpretation. Mancano all’appello due giudici, la giapponese Mami Maeda, che ha piazzato Hanyu al secondo posto su tutto, altro che national bias, lei è stata uno dei giudici più severi con Hanyu, e Walter Toigo.

Toigo ha piazzato Hanyu secondo in tutte le voci dei components, assegnandogli lo stesso voto che ha assegnato ad Aymoz tranne che in composition, dove gli ha assegnato il terzo voto. Risultato? Per Toigo i secondi components sono quelli di Aymoz, Hanyu è stato solo il terzo. Tre 8,75, compreso uno in performance, in un programma che comprende cinque quadrupli, cosa che nella storia hanno fatto solo lui, Chen e Vincent Zhou  (ma con tutt’altra qualità), e se per Hanyu ci sono stati una chiamata di sottoruotato e uno step out, e un Axel solo singolo, Aymoz, che ha ricevuto lo stesso voto, ha eseguito due soli quadrupli, e sul secondo non ha completato la rotazione ed è caduto, mentre su un triplo di una combinazione ha ricevuto la chiamata di sottoruotato. Quei voti gridano ancora vendetta, e non sono gli unici. Toigo non è stato l’unico ad assegnare voti assurdi, ma in una giuria pessima è riuscito a trovare il modo per farsi notare, e non in senso positivo.

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3 Responses to Walter Toigo (e la finale di Grand Prix 2019)

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